Emilio Giani ci ha lasciati

Da oggi siamo tutti un po' più poveri.

Oltre ad aver perso un Arbitro con la A maiuscola, uno che ha dedicato la propria vita all'Associazione, ci mancherà l'allegria, la gioia e la voglia di vivere; ci mancherà l'ansia nell'attesa di un evento associativo, sia questo un viaggio o una semplice cena, ci mancherà tutto di Emilio Giani.

Correva l'anno 1923, quando il 17 maggio a Casorate Primo, nell'alto Pavese non lontano dalla riva del Ticino, veniva al mondo il piccolo Emilio. Possiamo solo immaginare, noi che siamo figli di tempi tanto lontani, come poteva essere il piccolo Giani nei primi istanti di vita: è bello pensarlo già sorridente.   

Compiuti i 17 anni di età, un Emilio già Milanese, nei tempi lontani delle prime battute della Seconda Guerra Mondiale, diventava ciò che sarebbe stato per tutta la vita, o forse semplicemente formalizzò ciò che già nel '23, in quel 17 di maggio, era: un Arbitro.

Già giacchetta nera, già a Milano. La carriera di Emilio si è poi ben estesa verso l'alto con un rapido passaggio all'Organo Tecnico Regionale, dove prima da arbitro e poi da Assistente ha impegnato diciassette anni di vita e di calcio. Il 1960, alle porte del boom economico, vede l'inizio della breve parentesi dell"Emilio Nazionale", con il passaggio in Serie D con la bandierina in mano.

Dura poco, poi Emilio, nella naturale maturazione di un Associato, a 38 anni di età (gli ultimi 21 trascorsi con indosso la camicia e la giacca nera da arbitro), lascia la fascia per guadagnare una posizione ancor più defilata: la tribuna. E qui l'impegno a formare i giovani arbitri, fin dal 1961, trascorso in lunghi, lunghissimi anni, fino al ritiro definitivo dall'attività una volta raggiunta un'età importante.

Ma per Emilio Giani è tutto meno che una fine: non mancano, negli anni dell'età più adulta, le attività associative. Anzi, Emilio ne è primo partecipante, promotore e assoluto protagonista. Restano nel cuore di ciascuno quella passione per il ballo e per la buona compagnia, quella voglia di condividere ancora qualcosa con i più giovani e i meno giovani colleghi dell'amata Sezione di Milano, quella capacità di portare allegria e gioia in ogni tavolo dove sedesse, in ogni pista dove ballasse, in ogni luogo dove telefonasse.

Siamo più poveri senza Emilio.

Ma la gioia di averlo conosciuto ci arricchisce, ci onora. E ci insegna che il sorriso, fino all'ultimo, deve stare al suo posto, tra il naso e il mento, sempre e comunque.

  

I funerali di Emilio si terranno il 2 febbraio

alle ore 14.45

Nella Chiesa di San Benedetto di Milano

Via Caterina da Forlì 19