Premio Giulio Campanati – epilogo: la giornata storica della sezione di Milano

Ieri sera prima dell’inizio della partita fra Italia – Croazia, valida per le qualificazione all’Europeo 2016, s’è tenuta la premiazione della terna arbitrale composta da Rizzoli, Stefani e Faverani con l’insigne Trofeo dedicato all’indimenticabile Giulio Campanati.

E’ stato l’epilogo di un’iniziativa coraggiosa, devota e magnanima. L’impegno profuso con massima esemplarità da parte dell’AIA di Milano e dell’Associazione Amici di Giulio Campanati ha portato al lieto galà conclusivo, dove le sole strette di mano non son bastate a riempire i cuori dei presenti.

 

Pronto, con quel microfono grazie a cui ha trasmesso l’emozione della maglia azzurra a tutti gli sportivi italiani c’è in sala stampa, all’interno dello stadio San Siro, Bruno Pizzul.

Come per raccontare, a modo suo, con una cadenza fantastica, la storia di un successo, lui, ex telecronista RAI e attuale giornalista sportivo, ha coordinato con semplici parole gli interventi dei numerosi ospiti e amici dell’ex arbitro Giulio Campanati scomparso tre anni fa.

E’ stata l’occasione per sentire dalla viva voce delle più alte sfere dell’Aia e della FIGC, il significato tecnico e morale di questo giovanissimo e nuovissimo premio, anzi a dir la verità, esordiente che per l’appunto è stato consegnato all’arbitro della finale mondiale di calcio Brasile 2014, Nicola Rizzoli e si suoi due già citati collaboratori Stefani e Faverani.

Nei mesi precedenti avevamo già lasciato un ritratto esemplare della figura lustre di Giulio Campanati, presidente nazionale e internazionale dell’Aia dal 72’ al 90’, che ha contribuito con la sua fermezza d’animo ad accrescere la forza del mondo arbitrale. Ieri sera erano presenti sia il figlio Giorgio, sia la madre di Giorgio nonna e bisnonna Giuliana. Un padre che con la rua risolutezza d’animo unita alla gentilezza nei modi di fare ha saputo amare la sua famiglia e lasciarne un ricordo indelebile.

E’ proprio Giorgio Campanati a prender la parola per primo. Ha ringraziato innanzitutto gli amici lontani, i dirigenti che hanno reso possibile e patrocinato la nascita dell’associazione e del rispettivo premio; fra questi Abete, Tavecchio, Nicchi, gli amici Vogarelli, Monti, lo stesso Pizzul, Cesare Gussoni, Consonni e Luca Sarsano con tutta la sezione AIA di Milano e la preziosa collaborazione di tutta la famiglia presente.

Chi meglio del figlio non conosce il proprio padre, così l’ha ricordato il presidente dell’associazione Campanati: “Quando tre anni fa, è venuto a mancare papà, è rimasto un vuoto nella nostra vita. Lui, persona sempre in gamba e lucido fino all’ultimo, aveva radicato in lui un forte senso della famiglia che c’ha tramsesso ed è arbitro con i figli e i nipoti. Una cosa ci ha aiutato: La volontà espressa da molti di trovare un modo per non dimenticarlo e per richiamare i valori che l’hanno sempre accompagnato da sempre di passione e dedizione per lo sport. E’ stato questo lo spirito che ha portato Consonni, GUssoni e Sarsano a proporre alla nostra famiglia di creare un’associazione. Un’idea entusiasmante!

L’AIA una seconda famiglia per suo padre, ma non retoricamente parlando: “L’Aia è sempre stata per nostro padre una seconda famiglia, non è pura retorica. Per lui la sezione arbitri era luogo fondamentale di aggregazione; entrato giovanissimo, era cresciuto e maturato e aveva trovato amici veri con cui condividere entusiasmo e passione. Nel 72’ è diventato presidente dell’associazione arbitri, il suo impegno s’è rafforzato per aumentare il numero delle sezioni! Portandole da 80 a 200 e papà ha sempre presieduto ogni inaugurazione di queste sezioni”.   

Conclude poi Giorgio con la promessa che sia solo l’inizio: “Mio padre questa sera sarebbe orgoglioso della premiazione di una terna arbitrale italiana. Vi garantisco che c’è la volontà di dare un seguito a questo trofeo con cadenza biennale e dunque il prossimo appuntamento sarà per Francia 2016 (In occasione dei Campionati Eropei)”.

La parola passa poi a Cesare Gussoni, vice presidente dell’Associazione e grande amico di Giulio Campanati:Che privilegio aver conosciuto Giulio Campanati! Un uomo capace di saper ascoltare gli altri e di ottenere da tutti quel che voleva con buona grazia. Personaggio indimenticabile!

E’ lui a dar delucidazioni sul significato del premio: “Indetto dalla sezione arbitri di Milano e dall’Associazione Amici di Giulio Campanati, vuole significare continuità fra passato, presente e futuro. All’insegna di un assioma che recita un arbitraggio che cambia, in un calcio che cambia, in una società che cambia. Dopo questa analogia tripla di rara qualità, ripercorre poi la storia del premio arbitrale Giovanni Mauro e la strada aperta verso il grande sviluppo del calcio italiano quale fenomeno sociale del calcio!

Sempre l’ex arbitro termina il suo intervento così: “Oggi, nel 2014, il premio Campanati si affiancherà in questo senso al premio Giovanni Mauro ed è una fortuna che il primo vincitore sia un arbitro italiano”.

Bruno Pizzul riprende la parola, ricordando, se ce ne fosse mai bisogno, il valore umano del premio Giovanni Mauro e la passa poi al presidente della sezione AIA di Milano, intitolata all’arbitro Umberto Meazza. Non usa giri di parole il giovanissimo Luca Sarsano nel sottolineare che mai traguardo più importante è stato raggiunto da lui e dai suoi componenti: “Oggi per la nostra sezione è una giornata storica! – La presunzione ci sta tutta – Un momento importante e di ricordo nel nome del presidentissimo – Epiteto doveroso – Giulio Campanati, sempre presente nella sezione Aia, negli anni ’40 da giovane arbitro fino alle cariche nazionali e internazionali. Con lo spirito di amicizia, rispetto e senso forte dei rapporti umani l’AIA di Milano ha immediatamente appoggiato l’iniziativa dell’associazione Amici di Giulio Campanati, con cui è stato stabilito un rapporto profondo di collaborazione. Per i giovani ragazzi della sezione e per quelli meno giovani Giulio Campanati ha rappresentato un esempio da seguire e da ammirare. Un uomo e un dirigente con la D maiuscola. Proprio l’impegno extranazionale di questa persona ispira l’internazionalità di questo trofeo”.

Accenna poi alla giuria che ha votato unanimemente il vincitore: “Arbitri italiani che hanno diretto nelle precedenti edizioni la finale, i giornalisti sportivi rappresentati dal presidente Delussi e dai direttori dei quotidiani sportivi, nonché i responsabili di Raisport e Skysport, presidente dell’AIA Marcello Nicchi e dai rappresentanti dell’associazione Giulio Campanati!”.

L’orgoglio di chi rappresenta la sezione e la fierezze che rappresenta per tutti i suoi ragazzi questo traguardo: “Oltre 200 dei nostri arbitri stasera saranno presenti con l’orgoglio di appartenere alla stessa Sezione di Giulio Campanati”.

La chiusa non nasconde la soddisfazione di chi vede fra i premiati un suo associato: “E’ un piacere vedere qui con noi Andrea Stefani, iscritto alla sezione AIA di Milano, che con Renato Faverani e Nicola Rizzoli hanno condiviso l’esperienza indimenticabile di questi mondiali”.

A patrocinare sia il premio che l’associazione ad esso collegata ha contribuito la Federazione italiani Gioco Calcio e allora chi meglio di Abete, ex presidente, poteva parlare in questa serata festosa: “La federazione tutta la federazione ha appoggiato l’iniziativa di Gussoni e Campanati. Privilegio oltre che un dovere dare contributo per ricordarlo. C’è soddisfazione perché parte un nuovo percorso, a partire da una grande figura del mondo arbitrale che ho avuto il piacere di conoscere in moltissimi incontri.

Intervento breve reso originale dalla metafora della doppia squadra, nazionale azzurra da una parte e “nazionale” arbitri dall’altra: “C’è altresì manifestazione della centralità del mondo arbitrale all’interno della federazione e c’è un rapporto fecondo la stessa e l’Aia. Si fa gioco di squadra e siamo tutti nella stessa squadra e ci alterniamo. Questa volta c’è il privilegio di premiare Rizzoli, Stefani e Faverani. I nostri arbitri sono In testa per numero di presenze alla finale mondiale. Cerchiamo di fare una rotazione e la prossima volta sia la nazionale a ricevere la gratificazione internazionale! Ad ogni modo riusciamo a mantenere una centralità del calcio italiano!”.

Svelati i nomi dei vincitori del premio Rizzoli, Faverani e Stefani e dopo aver ammirato un breve filmato che ha messo in parallelo la gloria di Campanati con quella di Rizzoli, con il fascino coloristico fra passato e presente, dove la partecipazione si unisce con la passione (parole del maestro Pizzul), la parola è andata al vincitore in persona, Nicola Rizzoli.

Da uomo di calcio quale sono, mi ha fatto un effetto positivo, eppur sorprendente, veder un arbitro intervenire al microfoni, perché è exemplum, mi si consenta il latino, di umana professionalità, che non manca mai a nessun direttore di gara: “Non mi piace nascondere l’emozione, di fronte a persone illustri del calcio. Ci sono le persone che hanno segnato la mia carriera. E’ un riconoscimento veramente importante. Mi sto chiedendo cosa ho fatto, seppur lo so, ma ancor più mi son chiesto cosa devo fare per meritarmelo. La responsabilità per avere ricevuto un riconoscimento così importante. Vorrei sottolineare è questo: se l’Italia arriva così in alto, perché dietro c’è un movimento importante. Un’associazione come la nostra non ce l’ha nessuno e facciamo invidia a tutti per questo”.

Lodevole la gratitudine dovuta ai due assistenti, emblema di uno spirito di squadra che non solo è nella testa dei club, ma anche in quello dell’AIA: “Un arbitro non può esistere senza i propri assistenti e io ho avuto due grandi uomini al mio fianco. E’ giusto che siano premiati anche Stefano ed Andrea”.

Giusto applauso ai tre vincitori!

E’ il momento di Nicchi, presidente attuale dell’associazione arbitrale italiana, che nelle sue parole manifesta un affetto da “fratello” verso lo stesso Campanati. Si apre come una lettera il richiamo a Giulio Campanati: “Caro Giorgio io credo che tu stia vivendo una delle serate più belle. Campanati ha insegnato tanto a tutti noi, veramente tanto. Con il suo sguardo e carisma consigli che ancor oggi ne abbiamo bisogni. La storia di un atleta la scrive il tempo e oggi il tempo ci consiglia il ricordo di una persona incredibile, irrepetibile che ha fatto grande questa associazione. Campanati per me ha rappresentato tantissimo. Dal 72’ al 90’ ha scritto la storia dell’Aia e la storia non si può metterla in dubbio. Era un uomo che quando lo incontravi ti dava quel senso di umanità, signorilità e protezione rari in una sola persona. Sono orgoglioso di avere ricevuto uno dei testimoni che ha lasciato Giulio, perché ci ha consegnato un’associazione con una stella - quella di Gussoni- e noi ci siamo fregiati della terza stella, che porteremo nelle nostre maglie. Siamo andati in Brasile, siamo andati con due squadre, se avessimo fallito la prima, saremmo entrati in campo, così è stato. Premiando Rizzoli, premiamo 36000 arbitri che si impegnano per cercare seguire le orme di chi ci ha preceduto a livello dirigenziale e in campo”.

Che forma ha questo premio, che poi è stato consegnato, davanti allo spettacolare pubblico di San Siro a Rizzoli e agli assistenti?

Dalle parole dell’ideatrice e nipote di Campanati, Elena Bellincioni e grazie alla proiezione di un video emerge la figura di un parallelepipedo, che tiene legati insieme due rettangoli più piccoli; la geometria è un omaggio al campo stesso e alla figura dell’arbitro di calcio che dà equilibrio alle due squadre che si battono. Realizzato dal bronzista Giorgio Carati e con il contributo della storica bottega Croci. I piccoli rettangoli di pietra sono state pensate per ricordare l’opera di restauro del nonno, che s’è occupato della galleria Vittorio Emanuele.

Segue poi il ringraziamento personale: “Vorrei ringraziare l’Associazione per aver avuto la possibilità di ricordare il nonno.

Spetta l’ultima parola al presidente attuale Carlo Tavecchio: “Sono pochi i premi agli arbitri. Parlare del mondo arbitrale significa riconoscere una forza tale di sistema senza la quale sarebbe utopia parlare di calcio. Come federazione siamo ben disposti di portare avanti questo riconoscimento. E’ un riconoscimento alla schiera di giovani che tutte le domeniche arbitrano sui nostri campi”.

La promessa di garanzia maggiore dopo i recenti episodi di violenza nei confronti dei direttori di gara: “Vi dò la garanzia che stiamo prendendo provvedimenti, per evitare “storiacce” come quelle che si sono sentite ultimamente. Grazie di cuore a tutti”.

La consegna è poi avvenuta dopo un quarto d’ora sul campo di gioco e ha avuto l’onore di calcare quel campo anche il nostro presidente Luca Sarsano. Uomo senza cui forse non sarebbe stato possibile avviare questo progetto e portarlo avanti con tenacia, generoso e integerrimo allo stesso momento.

Sassolino amara nella scarpa di tutti i presenti a San Siro, la mezza debacle della nazionale che ha portato a casa soltanto un pareggio, mostrando poco gioco e molto affanno. Per non parlare dell’ignominioso episodio di violenza, con lancio di bengala in campo, da parte dei sostenitori croati più bellicosi.

Una giornata di gloria, che tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione in poco tempo (sei mesi circa) della nascita dell’associazione e della possibilità reale di fondare un nuovo premio, di valore pari a quello in onore di Giovanni Mauro, si meritavano per dedizione, impegno, serietà e professionalità. Un traguardo storico, riprendendo le parole dello stesso Sarsano e meritatissimo. Ora la domanda da rivolgere proprio a chi la sezione la presiede è: si può aspirare ancora a riconoscimenti maggiori?